Venerdì 5 agosto vi sarà il secondo appuntamento letterario del ciclo “Gabelli estate” organizzato dall’Associazione Cittadini per il recupero della Gabelli.
Si svolgerà alla sera, con inizio alle 20:30, presso la Sala Eliseo Dal Pont – Bianchi, dove si è ritenuto di spostata la sede anche di questo incontro per le condizioni climatiche di queste ultime serate bellunesi.
Il titolo di questo appuntamento è “Moro, Berlinguer: la rivoluzione mancata“. Vedrà il contributo del saggista Giovanni Fasanella, del costituzionalista dell’Università di Padova Daniele Trabucco e dell’onorevole Fedrico D’Incà, ex capogruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle.
“Giovanni Fasanella, autore di numerosi testi sulla storia italiana più recente – spiega Marco Rossato, presidente dell’Associazione cittadini per il recupero della Gabelli – , ci introdurrà nei temi della serata con la presentazione di “Berlinguer deve morire”, libro che trae spunto dal piano dei Servizi segreti bulgari per uccidere il Segretario del PCI a Sofia nel ’73, per ricostruisce storicamente la sua figura politica ed alcune fasi del percorso del partito della sinistra italiana.
Il libro non è una nostalgica santificazione della figura di Enrico Berlinguer quanto il ricordo storico dell’ultimo grande leader della sinistra italiana, a trent’anni dalla sua scomparsa. Ed è un libro che, nel racconto dello svilupparsi dell’indagine giornalistica di Fasanella e Incerti, narra dell’opposizione alla politica del “compromesso storico”, facendo luce sia sulla logica degli schieramenti della guerra fredda sia sullo scontro avvenuto nel paese tra l’azione dei due grandi partiti popolari guidati da Moro e Berlinguer nella ricerca di una politica pienamente libera, democratica e indipendente, e gli interessi e le forze internazionali custodi della “sovranità limitata” di un’Italia uscita sconfitta dal secondo conflitto mondiale.
Un testo tra storia ed indagine giornalistica che, inquadrando la figura di Berlinguer nel suo tempo e nel suo contesto, rispettosamente non si avventura in valutazioni e giudizi ma che, in un breve passaggio conclusivo delle premessa “Ricordare Berlinguer”, consegna al lettore domande ancor oggi attuali e all’apparenza retoriche: “era miope la politica della pacificazione tra i grandi nemici della guerra fredda per sbloccare il sistema politico e preparare il regime dell’alternanza, fisiologica in tutte le democrazie mature? Era moralismo bigotto denunciare il legame patologico tra partiti, istituzione malaffare? Era da conservatori invocare l’austerità, la sobrietà nella spesa pubblica come condizione dello sviluppo?” e , infine, “perché, a decenni di distanza dalla sua scomparsa, molti dei problemi da lui lucidamente denunciati sono ancora lì a marcire?”.
Quei problemi che, affondando le loro radici sulle domande sopra citate, attanagliano ancora la nostra attualità.
Durante l’incontro, anche con l’aiuto di Daniele Trabucco e Federico D’Incà – conclude l’ingegner Rossato – , tenteremo di affrontare questi temi. Lo faremo non sotto il profilo della contingenza politica, ma sotto il profilo storico, culturale, del diritto.
Lo faremo ragionando sul ruolo ed il valore della cittadinanza attiva e del pluralismo nelle istituzioni.
Lo faremo ricordando con chiarezza come le costituzioni non siano strumenti di governo, perché una costituzione “strumentum regni” non è una costituzione”.