Mercoledì 7 settembre alle ore 18.30 presso la Sala Polifunzionale Cos.Mo. di Pieve di Cadore si terrà la presentazione del libro “Male Capitale” con l’autore Catello Maresca, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
A moderare l’incontro il giovane cadorino Ludovico Tabacchi che spiega il perché di questo evento: “Ad aprile sono stato convocato dal Sindaco Ciotti perché voleva che, attraverso le mie conoscenze facessi arrivare a Pieve di Cadore una personalità che si fosse occupata di mafia ed io ho subito contattato il dottor Catello Maresca, perché a mio parere è un bravissimo magistrato, artefice dell’arresto del boss Michele Zagaria”.
Ecco l’intervista di Tabacchi al magistrato.
Dove era e come avete fatto a trovare l’ultimo Bunker di Michele Zagaria?
Il Bunker era sotto terra. È stato difficile trovarlo perché il boss Zagaria aveva utilizzato un metodo tecnologico per nascondersi. C’era una stanza che si muoveva su dei binari, muovendosi faceva aprire un varco nel muro e si scendeva per 5 metri in profondità e lì c’era il bunker. Insomma una stanza di 10 metri cubi che si spostava attraverso un telecomando e sotto vi era un appartamento di 45 metri cubi. Per trovarlo abbiamo controllato i contatori di tutto il paese. Per spostare il manufatto c’era bisogno di molta potenza. Tutto ciò non era collegato al contatore di casa, ma ad un altro che poi si attaccava ad un palo dell’elettricità pubblica. E’ stata la prima sentenza in Italia di furto dell’energia elettrica con l’aggravante mafiosa.
Le minacce le hanno mai fatto paura?
Le minacce fanno parte del nostro contesto professionale, poi ognuno le vive diversamente, a seconda della propria sensibilità. Il nostro è un lavoro particolare, più e meglio lavori e più sei soggetto a minacce da parte dei camorristi. Se uno non vuole avere minacce, deve lavorare meno e peggio. Comunque le minacce sono l’ago della bilancia del nostro lavoro, in quanto, a seconda del tipo di minaccia capiamo se abbiamo fatto o meno un buon lavoro.