Investire in educazione, un percorso per uscire dalla crisi. Venerdì 04 novembre con inizio alle ore 17:30 presso l’Aula Magna dell’Istituto I.S. Catullo di Belluno si svolgerà la seconda Conferenza del ciclo intitolato Investire in educazione, un percorso per uscire dalla crisi
organizzato dall’Associazione di Cittadini per il recupero della Gabelli.
Tema dell’incontro:
Servizi educativi e scolastici: soggetti in crisi o leve per la ripresa?
Riflessioni ed esperienze da Reggio Children con relatrice la dott.ssa Paola Cagliari, pedagogista, direttore dell’Istituzione del Comune di Reggio Emilia – Scuole e Nidi d’infanzia, componente del Comitato Scientifico della Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi.
Il pensiero pedagogico che verrà presentato, definito Reggio Emilia Approach, è una filosofia educativa che si fonda sull’immagine di un bambino portatore di forti potenzialità di sviluppo e soggetto di diritti, che apprende e cresce nella relazione con gli altri.
Si propone come un approccio globale, che ha ispirato scuole di tutto il mondo e trae la sua forza da alcune colonne portanti:
– la partecipazione delle famiglie,
– il lavoro collegiale di tutto il personale,
– l’importanza dell’ambiente educativo,
– il coordinamento pedagogico e didattico.
Il cuore della filosofia educativa risiede nei “cento linguaggi” di cui l’essere umano è dotato, che il bambino ha occasione di sviluppare grazie all’azione quotidiana con diversi materiali, più linguaggi, più punti di vista, tenendo contemporaneamente attive le mani, il pensiero e le emozioni, valorizzando l’espressività e la creatività dell’individuo in quanto tale e come membro della società.
Qualche nota storica sull’esperienza Reggio children
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, nella città di Reggio Emilia, la comunità ed in particolare i genitori e gli educatori avvertivano la necessità di far passare lo spirito di ricostruzione e rinascita anche attraverso l’istruzione e l’educazione dei fanciulli. Loris Malaguzzi, pedagogista e illuminato maestro, si fece portavoce e guida del fervore generale che portò alla creazione e allo sviluppo di un nuovo sistema educativo.
La prima scuola comunale per l’infanzia fu costruita nel 1963 da un gruppo di genitori volontari, con fondi ricavati dalla vendita di un carro armato, tre autocarri e sei cavalli lasciati dai militari tedeschi in fuga. Da allora, il coinvolgimento dei genitori nel processo educativo e d’apprendimento dei bambini è stato sempre parte fondamentale del Reggio Emilia Approach.
Verso la fine degli anni ottanta, la rete di servizi comprendeva più di venti istituti e vedeva l’aumentare progressivo della domanda di servizi da parte della comunità.
Gli anni novanta hanno visto il riconoscimento del livello di avanguardia delle scuole reggiane così come dell’approccio pedagogico da parte della comunità internazionale di esperti: nel 1991, la rivista Newsweek citò la scuola dell’infanzia Diana come “l’istituzione più all’avanguardia nel mondo rispetto all’educazione dell’infanzia”.
Nel 1994, per volere dello stesso Loris Malaguzzi, fu fondata l’Associazione Internazionale Amici di Reggio Children per la diffusione dell’approccio educativo nato trent’anni prima e per il supporto strutturale alle istituzioni comunali.
Negli stessi anni e negli anni successivi, il Reggio Emilia Approach ha avuto diffusione globale ed è stato adottato soprattutto in America.
Nel 2002, ad esempio, è nata l’organizzazione North American Reggio Emilia Alliance.
Ad oggi vi sono scambi attivi con: Albania, Bosnia, Kenya, Kosovo, Cuba, Macedonia, Palestina, Senegal, Sahrawi, Serbia e Nepal. L’intensità raggiunta da tali relazioni internazionali ha infatti portato nel 2006 alla fondazione di un Network Internazionale e all’apertura del Centro Internazionale Loris Malaguzzi, luogo dedicato interamente alla cultura e alla ricerca che ospita: Reggio Children, il Centro Documentazione e Ricerca
educativa, il Centro Internazionale Scuole d’Infanzia e Primarie, lo Spazio di Ricerca e Innovazione.
Concludendo è doveroso sottolineare e porre l’accento all’impegno del Comune.
Nel primo dopoguerra Reggio Emilia era tra le città più povere d’Italia. Ora è nel gruppo di testa per attività economiche e servizi di qualità.
Gli studi compiuti dal prof. James Heckman, premio Nobel per l’economia nel 2000, confermano che l’investimento in educazione produce non solo benessere, migliore convivenza civile, più equità, più eguaglianza tra i sessi, ma anche sviluppo nell’economia.
Il Comune di Reggio Emilia crede nell’educazione investendo una cifra pari al 16% del Bilancio del Comune. In 20 anni Reggio Emilia è cresciuta di 40.000 unità.