MAFIE IN VENETO: RISCHIO O REALTÀ? VERSO UNA NUOVA RESISTENZA
Incontro con Francesco Saverio Pavone, già Procuratore della Repubblica a Belluno ed Enzo Guidotto, già Consulente della Commissione parlamentare Antimafia
Giovedì 20 aprile ore 20.30 Sala Guarnieri Pedavena
La mafia è in continua evoluzione: dopo la guerra tra cosche degli anni ’60 per la supremazia di Cosa Nostra, la “mattanza” di forze dell’ordine e magistrati degli anni ’80 e ’90, culminata nelle stragi di Capaci e Via D’Amelio, colpiti duramente i vertici (con l’arresto di Totò Riina e Bernardo Provenzano), subentra un periodo di relativa “normalizzazione”, quello che viene definito un “silenzio assordante”. Non più violenze eclatanti (anche se proseguono incessantemente gli atti delittuosi), la mafia – o meglio le mafie, perché a Cosa Nostra, vengono ad affiancarsi altre organizzazioni criminose, quali l’ndrangheta, la camorra, i gruppi pugliesi, fino a configurarsi tutte assieme come una vera e propria “piovra” dai mille tentacoli – adottano nuove strategie, cercano di ramificarsi nelle Regioni del Centro-Nord, investendo su attività economiche legali, negli appalti pubblici, su iniziative imprenditoriali lecite, cercando protezione e supporti nel potere politico locale e centrale e nei grossi gruppi finanziari. Un modo questo per garantirsi il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita e incrementarli alla luce del sole, in maniera apparentemente legittima.
Nemmeno il Veneto sfugge a queste dinamiche di infiltrazione mafiosa, come hanno accertato i numerosi processi intentati nella nostra Regione, alcuni dei quali giunti a sentenza, con la precisa individuazione di responsabilità mafiose in investimenti pubblici e privati.
In questo quadro senz’altro inquietante, vanno peraltro evidenziati alcuni elementi di speranza: lo svilupparsi, dopo l’uccisione del generale prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa (Palermo 2 settembre 1982) e dei magistrati Giovanni Falcone (Capaci, 23 maggio 1992) e Paolo Borsellino (Palermo 19 luglio 1992) di Comitati per la lotta alla mafia e di Associazioni come Libera (presieduta da Don Luigi Ciotti) che si propongono di denunciare i rischi cui sono esposte le istituzioni democratiche sotto l’azione della mafia e diffondere una nuova sensibilità nell’opinione pubblica a sostegno della legalità e della giustizia. Sempre in questa direzione si muovono le disposizioni emanate dal ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni il 23 maggio 2007, in occasione dei 15 anni dalla strage di Capaci, per l’introduzione nella Scuola dell’educazione alla legalità finalizzata alla lotta contro le mafie.
In questo senso si è giunti a riconoscere l’esigenza di una “Nuova Resistenza”, concetto questo sostenuto il 25 aprile 1992 dal presidente dell’ANPI Arrigo Boldrini e ripreso nel luglio dello stesso anno dal Presidente della Repubblica neoeletto, Oscar Luigi Scalfaro, dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino: “Questa Patria deve saper risorgere e dipende da noi, uomini e cittadini. Resistere, resistere, resistere, perché siamo dalla parte della libertà”. Sempre in questo senso si è espressa Rita Borsellino, sorella del magistrato, nel Convegno “Contromafie” organizzato a Roma nel 2006 da Libera (di cui è stata a lungo vicepresidente): “La guerra alla mafia è la nuova Resistenza. La lotta alle cosche si fa tutti i giorni. Bisogna scegliere da che parte stare e devono essere i giovani i protagonisti della resistenza civile”.
Su questi temi sono stati invitati a relazionare due figure estremamente rappresentative: Francesco Saverio Pavone, già Procuratore della Repubblica a Belluno, che interverrà in particolare sul tema “Legalità, democrazia e giustizia nel Paese” ed Enzo Guidotto, già Consulente della Commissione parlamentare Antimafia, che parlerà de “I tentacoli della “piovra” nel Veneto”. L’incontro si terrà alla Sala Guarnieri di Pedavena, giovedì 20 aprile alle ore 20.30. L’Amministrazione comunale di Pedavena, che organizza l’evento per tramite della Biblioteca Civica, auspica la più ampia partecipazione.