Potrebbe essere il caso letterario dell’anno, ha pubblicato tre romanzi di successo per Butterfly Edizioni: “Tutto in otto giorni”, “I love my boss” e l’ultimo ad aprile “I love my spy”, disponibili in formato e-book su Amazon e kindle unlimited e anche in cartaceo. Oltre 10 mila download. Si firma con con lo pseudonimo Sadie Jane Baldwin, ma è bellunese. L’abbiamo incontrata per saperne di più.
Nella tua biografia c’è scritto che sei italiana, con una dose di sangue straniero, vivi in una zona di montagna, che sappiamo essere il Bellunese e sei madre di tre figli. Hai scoperto da poco l’arte della scrittura dopo essere stata per anni un’assidua lettrice di romanzi.
Iniziamo dalle tue origini, il sangue straniero al quale fai riferimento a chi appartiene?
Appartiene alla mia nonna materna che era di origine croata. Veniva da Buzet, una bellissima cittadella situata sulla cima di una collina della regione dell’Istria.
Sei in testa alle classifiche degli e-book categoria “romanzo rosa contemporaneo” con oltre 10.000 copie scaricate e vendute, ma nessuno conosce la tua vera identità nel Bellunese. In un mondo dell’apparire, dove si muore per un selfie, come mai hai scelto l’anonimato?
E’ stata una scelta dettata dal mio modo d’essere, sono una persona molto timida e non amo molto parlare di me. Lo pseudonimo mi permette di separare la vera me dall’autrice.
Proteggere l’anonimato non è semplicissimo. Hai pensato a come fare se sei invitata a presentare pubblicamente i tuoi libri?
Certo, penso di fare le presentazioni solo in due periodi dell’anno: Halloween e carnevale. Ovviamente travestita e indossando una maschera! Scherzi a parte, se dovessi presentare pubblicamente i miei libri, lo farei comunque utilizzando il nome che ho scelto come autrice, anche se il mio anonimato è ormai saltato. Di recente amici e parenti sono venuti a conoscenza del mio hobby.
Nei ringraziamenti del tuo ultimo romanzo scrivi che “dipende da noi se i nostri sogni si avverano”. Nel tuo caso il sogno si è avverato? Sognavi di diventare una scrittrice? Oppure è successo tutto per caso?
No, non ho mai sognato di diventare una scrittrice e non ho mai scritto niente che andasse oltre la lista della spesa. Non ho mai pensato di cimentarmi nella scrittura fino a quando, su consiglio di un medico, ho deciso di provare a farlo come metodo antistress. Stavo affrontando un periodo difficile della mia vita e in quel modo sono riuscita a esternare le emozioni che trattenevo dentro di me. Oserei dire che per me scrivere è stato terapeutico.
A tutti gli autori piace inserire qualche tratto autobiografico nascosto nei loro personaggi, nelle vicende raccontate, e nei luoghi. E anche il lettore generalmente attribuisce la trama al vissuto dello scrittore. C’è qualcosa di te nei tuoi romanzi? O si tratta solo di una perfetta finzione letteraria.
Sì, molto, forse anche troppo. Nel romanzo “Tutto in otto giorni” c’è davvero tanto di me stessa. Ho influenzato la storia con il mio vissuto e ci sono molte similitudini con la protagonista, anche se non sono bionda, giovane e gnocca come lei.
Che genere di romanzi leggevi prima di dedicarti alla scrittura?
Sono sempre stata una lettrice onnivora, leggevo e leggo di tutto in base al capriccio del momento, ma prediligo il genere storico. La mia scrittrice preferita è Kathleen Woodiwiss, della quale vorrei avere la semplicità e fluidità nel raccontare la passione. Per me leggere non significa solo svago, ma anche evadere dalla realtà, viaggiare con la fantasia, visitare altri luoghi, essere trasporta in altri tempi. Mi permette di emozionarmi vivendo altre vite.
I tuoi libri sono inseriti nella collana romanzo rosa contemporaneo. Come nasce come si sviluppa un romanzo rosa?
Il romanzo rosa è un genere letterario che parla di storie d’amore che culminano con il lieto fine. Purtroppo spesso è sottovalutato perché considerato una lettura sdolcinata riservata solo alle donne, mentre magari c’è tutto un lavoro di approfondimento psicologico e pure un significato morale nel finale. Le mie storie nascono da un mix di fattori: dalla mia fantasia, dai miei sogni, dai ricordi miei o di chi li ha condivisi con me. Anche un film o una lettura possono darmi uno spunto per una scena. Di solito, quando inizio, ho già tutta la storia in mente, ma spesso compio dei cambi in corso di stesura. Mi sono ancora alzata alle due di notte per riscrivere una scena!
Un’ultima curiosità. Scrivi al Pc o prepari le bozze in carta e penna?
Scrivo subito al Pc, di getto, man mano che i pensieri nascono nella mia testa le mie dita li stanno già catturando e, tramite la tastiera, fissando nella carta. Poi, in un secondo momento rileggo, modifico e correggo.
(rdn)