“Quota 33″ è il primo romanzo giallo-giudiziario del magistrato Roberta Gallego, edito da Tea e presentato la scorsa settimana alla libreria Mondolibri in via Mezzaterra.
L’occasione di un omicidio importante, in una città di provincia minore (Ardese), offre all’autrice la possibilità di rivelare con arguzia e ironia il mondo della procura e delle indagini, cogliendo sotto l’immagine istituzionale e un po’ ingessata l’umanità delle persone che vi lavorano e lo frequentano, anche di quelle figure collaterali al contesto vero e proprio della Giustizia o all’assassinio da risolvere. Tic, manie, slanci, depressioni, dubbi e perché no, errori. Ma l’indagine disincantata e sorretta dal ritmo narrativo del giallo coinvolge anche l’esterno rivelando al lettore usi e costumi di una piccola comunità con un certo divertissement sotteso al nero.
“C’è sempre dell’autobiografia in quello che uno scrive”, ha detto Roberta Gallego, rispondendo a una delle molte domande che le ha rivolto il pubblico bellunese nel corso dell’affollato incontro in libreria presentato dal giornalista Ugo Pollesel. Al tempo stesso l’autrice ha però invitato i suoi lettori e i presenti, tra cui molti “addetti ai lavori” in Tribunale e anche il Prefetto di Belluno, ad astenersi dal gioco del “chi sarà?” in quanto lo scrittore, per mestiere, mescola le carte e i personaggi rendendo vano ogni tentativo in questo senso: “E’un circo di personaggi non presi e considerati singolarmente, ma coralmente. Non descrivo nemmeno i bellunesi, ma una provincia piccola. Bellunese forse è il filo di follia che corre nel libro, la gente che perde la testa”.
Insomma per conoscere e capire un luogo, sia pure una procura dello stato, “bisogna aprire la finestra che dà sulla cucina e sul bagno o sul ripostiglio piuttosto che sul salotto”, ha affermato il magistrato romanziere citando uno dei commenti via web al suo libro che più gli sono piaciuti, “se non capisci chi ci vive devi fare così, sono stanze nodali per descrivere la realtà. Via anche la retorica del magistrato, va ricondotto alla ragionevolezza cui noi stessi a volte tendiamo a sottrarci”. In una recente intervista la scrittrice afferma: “Il lavoro mi ha portato a smitizzare un po’ il valore salvifico della scoperta del colpevole, evento normalmente conclusivo della trama poliziesca”. E l’interesse suscitato da questo primo romanzo di Roberta Gallego pare essere di buon augurio anche per il futuro. L’autrice infatti ha un’opzione con la stessa casa editrice per almeno due sequel, si preannuncia quindi un’autentica serie “noir” con altre avventure dei protagonisti di “Quota 33”.